lunedì 13 febbraio 2017

# Luoghi # Spiritualità

Gli ex voto e l'ancora di Santa Rosalia

Sulla nostra pagina Facebook ho ricevuto diversi messaggi. In passato anche da parte di alcuni emigrati che si trovano negli Stati Uniti. Quello che emerge è che il legame con la Sicilia - nonostante gli anni - è molto forte, anche per quelle generazioni che sono nate in America ma possono vantare origini siciliane. E Santa Rosalia e il suo Santuario costituiscono un forte punto di riferimento. Per dare seguito ad una richiesta in particolare, la scorsa settimana di buon mattino sono stato al Santuario. E ho deciso di raccogliere alcuni elementi e alcune storie. Oggi, nello specifico, vi parlo di ex voto. Il culto della Santuzza risale al Seicento. Nei secoli sono stati migliaia i fedeli che a Santa Rosalia hanno reso omaggio e rivolto preghiere. Una delle testimonianze più chiare di questo culto sono gli "ex voto". Si tratta di oggetti di varia natura depositati all'interno della grotta - ma non solo - frutto di una promessa. L'espressione "ex voto" viene, infatti, dal latino: un adagio recitava "ex voto suscepto", "secondo la promessa fatta". Uno degli oggetti più imponenti all'interno della grotta è un'ancora. 


L'ancora - oggi poco visibile - è ricoperta di messaggi ed ex voto

Fino a qualche tempo fa era abbastanza visibile. E la sua storia ha destato anche le attenzioni del reggente del Santuario, don Gaetano Ceravolo. E' proprio lui a rimettere in piedi il sito web arricchendolo di storie e vicende che puntano a dare maggiore storicità al culto. In particolare sul sito del Santuario si parla proprio dell'Ancora di Santa Rosalia. La vicenda risale alla prima guerra mondiale. A raccontarla nell’ottobre del 2011 è Salvatore Pillitteri, un abitante nel quartiere Montepellegrino. Quell'ancora sarebbe stata portata proprio da sua nonno che si trovava - sul finire del conflitto - a bordo di  nave mercantile. Imbarcazione che sarebbe stata colpita da un sommergibile tedesco. Tanti i morti, così come i feriti. Tuttavia alcuni marinai riuscirono a salvarsi a bordo di una scialuppa. Ma rimasero a lungo in balia delle onde. Fino a quando il nonno del signor Pillitteri, così come racconta il nipote, ha avuto una visione: Santa Rosalia, la Patrona di Palermo, cui era devotissimo, "con voce dolcissima e rassicurante gli diceva di avere forza e fede perché in giornata sarebbero stati salvati". Si legge nel sito del Santuario:
"L’ottimismo fece presa su quei pochi malconci superstiti. Pregarono tanto e giurarono solennemente che se la visione si fosse tramutata in realtà avrebbero portato in processione un’ancora di bronzo sino alla grotta di Santa Rosalia, a Monte Pellegrino, come ex voto. La nave arrivò e, tra grida e pianti di gioia, furono salvati. La “prommissione” si concretizzò, ma non subito. Passarono infatti sedici anni e il perché è storia". 
Per portare al santuario l'ancora si è dovuto attendere. Solo nel 1924 venne aperta quella che oggi si chiama via Pietro Bonanno e nel 1934 con un carro l'ancora venne portata fin dentro la grotta. Oggi addosso a questa ancora si trovano centinaia di biglietti ed ex voto. Alcuni sono oggetti di uso comune, altri sono le riproduzioni in oro e argento di parti del corpo. Anche all'interno della grotta ne sono presenti altri. Come quelli contenuti nella grande teca in vetro con la statua di Santa Rosalia, realizzata nel Seicento da Gregorio Tedeschi, rivestita con una lamina dorata e circondata da ex voto. 




Sono tante poi le lettere lasciate proprio a ridosso del vecchio altare dedicato a Tanit e di cui vi parlerò in seguito. Ci sono centinaia di messaggi. Quello che colpisce sono le etnie. Scritture e lingue diverse che invocano il soccorso e l'aiuto della Santuzza. Una continuità di messaggi che rendono questo posto molto particolare. Siamo, per intenderci, nell'atrio che precede la chiesa dentro la grotta. Qui non c'è nessuna copertura. Solo il cielo che dall'alto sembra vegliare sulle preghiere che ogni giorno vengono rivolte a Santa Rosalia. Non mancano poi i test di gravidanza. Ce ne sono decine sparsi, qui e là. Quest'ultimo sembra essere quasi un segno di continuità al culto della dea Tanit che veniva celebrato proprio dentro questa grotta. Ma su questo punto torneremo successivamente.


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