Sulla nostra pagina Facebook ho ricevuto diversi messaggi. In passato anche da parte di alcuni emigrati che si trovano negli Stati Uniti. Quello che emerge è che il legame con la Sicilia - nonostante gli anni - è molto forte, anche per quelle generazioni che sono nate in America ma possono vantare origini siciliane. E Santa Rosalia e il suo Santuario costituiscono un forte punto di riferimento. Per dare seguito ad una richiesta in particolare, la scorsa settimana di buon mattino sono stato al Santuario. E ho deciso di raccogliere alcuni elementi e alcune storie. Oggi, nello specifico, vi parlo di ex voto. Il culto della Santuzza risale al Seicento. Nei secoli sono stati migliaia i fedeli che a Santa Rosalia hanno reso omaggio e rivolto preghiere. Una delle testimonianze più chiare di questo culto sono gli "ex voto". Si tratta di oggetti di varia natura depositati all'interno della grotta - ma non solo - frutto di una promessa. L'espressione "ex voto" viene, infatti, dal latino: un adagio recitava "ex voto suscepto", "secondo la promessa fatta". Uno degli oggetti più imponenti all'interno della grotta è un'ancora.
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lunedì 13 febbraio 2017
martedì 7 febbraio 2017
Le informazioni su Santa Rosalia non sono ben definite. Alcune fonti sono imprecise altre ancora fanno i conti con chiare contraddizioni che ne sminuiscono l’autorevolezza. Santa Rosalia sarebbe vissuta a Palermo tra il 1130 ed il 1170. A quei tempi governava il Regno di Sicilia Guglielmo I detto il “Malo”. Quel periodo fu politicamente tormentato. In compenso dal punto di vista economico, culturale e artistico quegli anni segnarono momenti di grande splendore e fermento. Nessuna notizia si ha sulla famiglia della Santa – si legge nel sito della diocesi di Palermo – ad eccezione della iscrizione scolpita in una grotta della in cui lei stessa si dice figlia di Sinibaldi, signore della Quisquina e delle Rose, iscrizione rinvenuta nel 1624 da due muratori e da molti ritenuta “un falso”. Il Caetani, raccogliendo una tradizione orale, ci dice che ella venne a Palermo al seguito, come ancella, della regina Margherita moglie di Gugliemo I detto il Malo. Molto probabilmente abitò in una casa della borgata dell’Olivella vicino alla prima Chiesa a Lei dedicata.
Abbandonò le umane comodità per una vita da eremita fatta di contemplazione e di solitudine. La legenda, raccolta anche nel canto popolare di esaltazione della Santa “u Trinfu”, narra che la scelta dell’eremitaggio Le fu richiesta proprio dal Cristo, apparsole dentro lo specchio mentre ella si preparava per la cerimonia di nozze che dovevano legarla al nobile Baldovino, che La aveva avuta promessa in moglie dal Re cui aveva salvato la vita. Molto probabilmente S. Rosalia fu monaca basiliana come la raffigura un’antica pala d’altare del XIII sec.
lunedì 6 febbraio 2017


